Con l’età della prima volta che si abbassa sempre di più, la Rete eletta a maestra per i dubbi più inconfessabili, la mancanza di filtri agli stimoli che arrivano da televisione, Internet e cartelli pubblicitari, il rapporto degli adolescenti con il sesso è quanto mai delicato. “Oggi i ragazzi sono bombardati da messaggi molto espliciti che li spingono a pensare che la sessualità si riduca alla mera prestazione – spiega Fabiola Blanco, psicologa e sessuologa – Conoscere tutte le posizioni e le tecniche, non pone al riparo dal carico emotivo dal quale si può essere travolti”. Cosa fare dunque per informare al meglio i nostri figli non solo su ciò che meccanicamente avviene sotto le lenzuola, ma sul significato che sin accompagna all’atto sessuale?
Mettere in guardia dalle “spacconate” di gruppo
Prima di tutto metterli in guardia dalle spacconate dei coetanei, che vanno prese come tali, senza sentirsi inadeguati perché magari parlano di esperienze che i nostri figli non hanno ancora vissuto in prima persona. “Ciascuno di noi ha dei tempi diversi da quelli degli altri e seguire quello che fa l’amico o l’amica del cuore senza sentirsi pronti non è mai una buona idea – evidenzia la sessuologa – Durante l’adolescenza avvengono cambiamenti a livello fisico e ormonale anche repentini ed è sempre sbagliato mettersi in competizione con gli altri. Importante anche essere consapevole che defiance possono succedere a tutti e non devono preoccupare: non siamo delle macchine”.
Figura di riferimento
Avere qualcuno con cui parlare di aspetti che magari imbarazzano è fondamentale per gli adolescenti: può essere un genitore, un parente, il fratello o la sorella maggiore, un insegnante o un esperto. “Tutte persone che possono rispondere alle domande dei ragazzi e veicolare messaggi importanti, come quello della contraccezione – evidenzia Blanco – Un’educazione sessuale a 360 gradi a scuola potrebbe fornire risposte a gran parte delle domande che si pongono gli adolescenti e che magari non osano chiedere a nessuno”. E che fare se nostro figlio ci chiede qualcosa cui non sappiamo rispondere? “Ammettere la lacuna e prendersi del tempo per informarsi – suggerisce la psicologa – Non c’è nessun problema nel mostrare di fronte al proprio figlio di non conoscere tutto. L’importante è dimostrarsi disponibili”.
No ai tabù sull’autoerotismo
I cambiamenti fisici dell’adolescenza possono essere più o meno indolore a livello emotivo: “È importante che i ragazzi imparino a conoscere il proprio corpo, nel modo che piace loro di più. La masturbazione, per esempio, non deve essere un tabù ma nemmeno un obbligo”, sostiene l’esperta. Per stare bene a letto, poi, bisogna essere in sintonia anche fuori: “Costruire l’intimità è fondamentale, a qualunque età – sottolinea Blanco – capire che cosa piace a noi e all’altra persona, parlare di quello che si prova e ‘programmare’ il rapporto sono tutte esperienze che permettono di arrivare all’atto sessuale sereni e prendendo le giuste precauzioni”, conclude la psicologa.